Intervista al Virtuosity Duo (Andrea Di Giacomo e Valerio Russo)

Qual è il primo ricordo della tua vita legato alla musica che ti viene in mente?

Andrea: All’età di 4 anni circa, ho assistito ad un concerto di un trio jazz nel mio paese: fisarmonica, chitarra e batteria. In quell’occasione mi sono innamorato della fisarmonica e qualche anno dopo decisi di iniziare a studiarla. Il destino ha voluto, poi, che proprio il fisarmonicista di quel concerto diventasse il mio insegnante.

Valerio: Il mio primo vero viaggio legato alla musica è avvenuto nel 2014 in occasione della “Coupe mondiale- CIA” che in quell’anno si svolgeva a Salisburgo. È stato molto bello perché avevo 15 anni e sapevo di non essere prontissimo per poter affrontare al meglio una competizione così importante, però, sono partito con la voglia di fare esperienza, conoscere nuove persone e grandi musicisti.

Cosa ti ha spinto a iniziare a suonare uno strumento musicale?

Andrea: Fin da piccolo sono sempre stato attratto dalla musica, probabilmente grazie anche a mio fratello che suonava il pianoforte. Poi come succede sempre in questi casi, lui ha smesso di suonare ed io ho continuato.

 Valerio: Sin da bambino, all’età di 5 anni, chiedevo ai miei genitori di regalarmi fisarmoniche giocattolo e loro mi accontentavano, fin quando non gli ho manifestato la voglia di intraprendere un vero percorso di studi di questo fantastico strumento. Inizialmente hanno cercato di deviarmi su altri strumenti, come ad esempio il pianoforte e la chitarra, ma, purtroppo non ero abbastanza preso e quindi mi sono imposto, o la fisarmonica o nulla.

Quando hai capito che eri bravo in quello che stavi facendo e che questa attività avrebbe occupato una parte importante della tua vita?

Andrea: In realtà non mi sono mai considerato bravo, tutt’ora sono convinto che ci sia bisogno ancora di studiare e migliorare tanto. Nonostante abbia sempre studiato tanto anche da piccolo, inizialmente per me la musica era solo una passione. Solo durante l’ultimo anno delle scuole superiori ho deciso, con qualche dubbio, di proseguire seriamente con la musica ed iscrivermi in conservatorio.

Valerio: Ho capito che quest’attività avrebbe potuto occupare una parte importante della mia vita dopo le prime vittorie nei vari concorsi di musica nazionali ed internazionali arrivate all’età di 16 anni. Sono state un vero stimolo per poter puntare a traguardi sempre più importanti.

Ci sono stati dei momenti in cui avresti voluto mollare tutto e cambiare direzione?

Andrea: Sì, tante volte purtroppo, ma credo capiti a tanti… Come accennavo prima, inizialmente ero molto indeciso se proseguire con l’università o con il conservatorio, alla fine ho deciso di seguire l’istinto ed è proprio quello che mi fa continuare. Ogni volta che capita un momento negativo, subito dopo succede sempre qualcosa di bello che mi fa pensare di aver fatto la scelta giusta.

Valerio: Sì, ho vissuto un periodo buio durante i primi due anni delle scuole superiori perché non riuscivo a conciliare lo studio scolastico con quello musicale. A scuola i professori pretendevano tanto senza comprendere che svolgessi un’attività extra, la quale mi portava via del tempo tutti i giorni. Per fortuna però, successivamente, ho trovato gli stimoli e le persone giuste per poter continuare.

Qual è il momento più emozionante che ricordi della tua carriera musicale?

Andrea: Ce ne sono tantissimi, sicuramente il primo concerto, la prima tournee all’estero, le lauree in conservatorio, le vittorie ad alcuni concorsi molto prestigiosi, ecc… Non riesco a sceglierne uno solo, ogni momento ha creato un’emozione differente.

Valerio: Sicuramente la presentazione del mio primo lavoro discografico “Accordion puzzle”, inciso dopo le varie vittorie nei concorsi di fisarmonica più importanti al mondo, CIA (Coupe mondiale) e CMA (Trophée mondial de l’accordéon). È stato un po’ come mettere un punto da cui ripartire per raggiungere nuovi obiettivi e ricordo che alla presentazione, organizzata nel mio paese d’origine in provincia di Benevento, c’è stata un’affluenza davvero inaspettata.

Ci raccontate come vi siete conosciuti? Cosa vi piace del suo modo di suonare dell’altro e come mai avete deciso di suonare insieme?

Andrea: Con Valerio ci siamo conosciuti in Austria, a Salisburgo, durante la Coupè Mondiale di fisarmonica del 2014. In quello stesso anno lui ha iniziato a frequentare lezioni con il mio insegnante, questo ci ha permesso di conoscerci meglio e un paio di anni dopo abbiamo deciso di iniziare a suonare insieme. Caratterialmente siamo molto simili, andiamo molto d’accordo e abbiamo molte cose in comune, musicalmente, invece, abbiamo modi di suonare un po’ differenti, però è proprio questo il bello, in qualche modo lui ha caratteristiche che io non ho e viceversa. Di Valerio mi ha sempre colpito la sua determinazione.

Valerio: Ci siamo conosciuti a Salisburgo in occasione della Coupe Mondiale e successivamente abbiamo approfondito la nostra conoscenza anche in ambito professionale in quanto abbiamo studiato per un po’ di anni con lo stesso insegnante, il M° Renzo Ruggieri.

Il duo nasce proprio dall’idea del nostro maestro, quella di proporre uno stile: il varietè. Comprende brani di diversi generi rivisitati con arrangiamenti propri di grande impatto. Oggi nei nostri concerti proponiamo un programma che spazia dalla musica classica al world/jazz.

Del modo di suonare di Andrea in particolare sono colpito dal modo in cui riesce a padroneggiare lo strumento sotto tutti i punti di vista, sia tecnico che musicale.

C’è un brano musicale a cui sei particolarmente legati? Vuoi dirci qual è e come mai?

Andrea: Probabilmente la Sonata n° 3 “Reminiscence of the future”, composta da Viatcheslav Semionov, un’opera per bayan molto lunga e complessa, che ho voluto approfondire per la mia tesi di biennio, avendo avuto la possibilità di parlare proprio con il compositore. Un’opera molto affascinante, ricca di significati, sentimenti e misteri nascosti.

Valerio: Sì, è un brano scritto dal mio insegnante, M° Renzo Ruggieri, intitolato “Song for Sb”. Vi sono particolarmente legato perché ha una melodia molto dolce che mi ha colpito sin da subito e poi, soprattutto perché nel lavoro discografico realizzato, ho avuto l’opportunità di registrarlo con l’orchestra d’archi e, appunto, proprio con il mio Maestro.

Hai altre passioni oltre a suonare il tuo strumento (sport/lettura/viaggi/hobby vari/ecc.)?

Andrea: Sì, mi piace molto viaggiare, visitare città nuove e conoscere altre culture e tradizioni. Fortunatamente, grazie alla musica, ho la possibilità di viaggiare spesso; infatti, quando posso cerco sempre di approfittare per visitare le città in cui suono.

 Valerio: Sì, mi piace seguire lo sport ed in particolare il calcio. Al contempo mi piace molto anche viaggiare e visitare soprattutto città d’arte.

Ascolti altri tipi di musica oltre a quella che suoni? Se sì, quali?

Andrea: Sì, prima di studiare musica classica ho suonato per tanti anni varietè, world music e jazz, quindi mi piacciono molto questi generi, ma ascolto volentieri anche pop e rock.

Valerio: Sì, ascolto anche altri tipi di musica e in particolare mi piace molto il cantautorato italiano in genere. Se dovessi esprimere il mio cantautore preferito direi sicuramente Fabrizio De André.

C’è un disco – di qualsiasi genere – che consiglieresti a tutti di ascoltare?

Andrea: Come accennavo prima, tra i vari generi musicali mi piace moltissimo il jazz e tra i miei musicisti preferiti c’è Chick Corea. Consiglio vivamente i CD con la sua “Elektric Band”.

Valerio: Consiglierei di ascoltare sicuramente “Non smetto di ascoltarti”, un lavoro discografico di Fabio Concato, Fabrizio Bosso e Julian Olivier Mazzariello che ripercorre vari brani del cantautorato italiano rivisitati con sonorità tipiche del jazz.

Qual è il libro che leggerai quest’estate?

Andrea: Probabilmente leggerò “Il padre del Nuevo Tango”, libro scritto recentemente da Paolo Picchio sulla storia del grande Astor Piazzolla.

Valerio: Quest’estate sto leggendo un libro attinente sempre al settore musicale intitolato “Il monello, il guru, l’alchimista” di Stefano Bollani, il quale attraverso la sua grande ironia affronta storie e aneddoti in merito a grandissimi musicisti del passato come Maurice Ravel, George Gershwin, Erik Satie e molti altri fino a giungere anche ad Astor Piazzolla.